La bioeticista raccoglie il mandato da Vincenzo Silvestrelli: “In continuità con il grande lavoro svolto al servizio della vita umana dal concepimento alla morte naturale”.
Perugia – Assuntina Morresi è il nuovo presidente del Movimento per la Vita di Perugia. Succede a Vincenzo Silvestrelli, in carica dal 2001.
“Ringrazio di cuore il Consiglio e Silvestrelli per la fiducia accordatami e per il grande lavoro svolto finora – afferma le neo eletta – Il mio mandato sarà in continuità con l’operato del mio predecessore. Questo del Movimento per la Vita è un servizio alla vita, sempre, in particolare quando è più fragile. Sono onorata di poter assumere questo impegno, perché il Movimento per la Vita da quarant’anni è sempre rimasto fedele alla sua intuizione originaria, senza lasciare spazio a questioni politiche e senza condizioni. Ritengo che difendere e promuovere l’accoglienza della vita dal concepimento alla morte naturale, sia un servizio all’intera società. Si tratta infatti di una questione che attraversa tutte le culture, le generazioni e ogni credo politico o religioso. La vita umana è il bene più alto da promuovere, sempre.”
Chi è Assuntina Morresi
Maceratese di nascita, ma perugina di adozione, Assuntina Morresi è professore associato di Chimica Fisica presso il Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università degli Studi di Perugia. Attualmente insegna Chimica Fisica Avanzata nella Laurea Magistrale in Scienze Chimiche, e Crioconservazione e Biobanche nella Laurea Magistrale in Biotecnologie Molecolari e Industriali. Dal 2006 fa parte del Comitato Nazionale per la Bioetica. E’ stata consulente del Ministro Maurizio Sacconi e, per l’intera XVII legislatura (2013-2018), del Ministro della Salute Lorenzin. È editorialista del quotidiano Avvenire.
Con decreto del 27 dicembre 2013, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le ha conferito l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.
Tra le sue pubblicazioni, il testo “Charlie Gard, eutanasia di stato” (ed. L’occidentale), sulla vicenda del bambino inglese affetto da una rarissima e grave malattia degenerativa.
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