Anche l’Umbria ha deciso di seguire le nuove linee di indirizzo del ministro Speranza sull’aborto con la Ru486
La decisione è avvenuta dopo un primo pronunciamento dell’Amministrazione regionale per la promozione dell’aborto chimico nella fase 2 della pandemia, lo scorso maggio; una seconda pronuncia nella fase 3 in cui, al contrario, con una virata a 180°, ha deciso di adottare il regime di ricovero ospedaliero; infine una terza, adesso, con l’adesione alle ultime indicazioni ministeriali, che quel regime negano, e ne stabiliscono uno in day hospital o ambulatoriale. E poco importa che resti alle donne umbre la facoltà di ricoverarsi, su richiesta: questa scelta diventa una presa in giro se l’organizzazione regionale sarà basata, come si afferma, sul day hospital o l’ambulatorio. Ma soprattutto, con la sua ultima delibera l’Amministrazione umbra ha fatto proprie quelle linee guida, diversamente da quella del Piemonte che invece ne ha denunciato l’inapplicabilità, senza per questo porsi al di fuori dell’ambito legale. In altre parole: era possibile fare una scelta diversa, come ha mostrato il Piemonte e come ci aspettavamo, viste le tante dichiarazioni e prese di posizione su famiglia e vita da parte della nuova amministrazione regionale. Alla prova dei fatti, però, le decisioni politiche sono state altre.
Come Movimento per la vita dell’Umbria avevamo pubblicamente approvato e difeso la scelta del Governo regionale di adottare il regime di ricovero ospedaliero, e questa decisione finale ci ha lasciato a dir poco sconcertati.
Noi del Movimento per la vita continuiamo e continueremo a lavorare per il rispetto e la salvaguardia di ogni vita, dal concepimento alla morte naturale, in tutte le sue condizioni. E vogliamo continuare, ostinatamente, a chiedere un aiuto concreto a favore delle donne che si trovano ad affrontare una gravidanza in condizioni di solitudine o difficoltà. Un aiuto da più parti promesso, nella nostra regione, ma ancora lontano a venire.
Continuiamo a chiedere all’Amministrazione regionale di prevedere un fondo specifico per le donne che, con sostegni adeguati, porterebbero avanti la gravidanza. Continuiamo a chiedere sostegno all’azione del volontariato che da quaranta anni aiuta le mamme a far nascere i loro bambini, senza mai avere avuto neppure un gesto di riconoscimento da parte dell’amministrazione pubblica.
Continuiamo a chiedere un sostegno concreto alla vita nascente e, più in generale, politiche a favore della maternità e delle nascite.
Qualcuno ha paura che nascano bambini?
Assuntina Morresi
Presidente Mpv Umbria
Perugia, 18 dicembre 2020
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